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Giugno: le succulente sono molto contente

Pubblicato il 16/Giu/2015 in Flora salentina, Miscellanea

evidenzaLe succulente danno spettacolo. La bellezza di queste fioriture effimere e sproporzionate rispetto alla pianta che le produce è, ogni giorno, in questa stagione, fonte di gioia e di sorpresa.
Qui queste piante crescono rigogliose e fioriscono abbondantemente. Hanno sviluppato , nel corso di milioni di anni, tecniche che hanno permesso loro di sopravvivere in epoche siccitose trasformandosi in piccole cisterne capaci di immagazzinare acqua preziosa.Spesso rinunciarono alle foglie, per non disperdere umidità e si rivestirono di una superficie cerosa per non essere bruciate da un sole a martello. Si ricoprirono di spine ( a volte veri e propri artigli) per scoraggiare animali assetati. Si munirono di radici altamente specializzate, per captare umidità nelle sottili fenditure di roccia o di un apparato radicale esteso e spugnoso capace di assorbire rapidamente le piogge brevi ed intense.
Per le mie amate, piccole compagne di giardino ho sviluppato, con gli anni ( dopo qualche decesso dovuto a marciume radicale), delle semplici tecniche ormai collaudate. Le lascio al sole ed al vento per tutta la stagione estiva, durante la quale le innaffio con regolarità ed esse mi ricambiano affettuosamente con vivacissime fioriture ad inizio estate o nel primo autunno ( a seconda delle specie e della originaria provenienza). Quando iniziano le prime vere piogge ( in Salento in genere dopo Natale) le lascio bere a sazietà acqua piovana. Quando mi sembrano satolle, le trasferisco sotto il portico, in piena luce, ma all’asciutto dove le lascio fino a primavera.  Non le innaffio mai, lasciandole andare a riposo. La temperatura dell’inverno scende raramente sotto i +10° ( lo scorso anno a Mancaversa ha toccato come livello minimo +9°). Evito la veranda, troppo calda, che non permetterebbe loro di riposarsi dalle fatiche estive.  Quando sono finite le piogge primaverili le ricolloco nelle loro postazioni estive e le lascio a godersi qualche occasionale acquazzone. 
A maggio , iniziano scalarmente, a dare spettacolo. Le si possono chiamare con  i loro altisonanti nomi scientifici, ma è più piacevole e familiare chiamarle con i loro nomignoli: codine di topo, cappelli del prete, cuscini della suocera, pietre di luna  e così via e guardarle vivere e gioire della loro esuberante bellezza.


bocciolo gialloasclepiaceaDSC_0005DSC_0027DSC_0003fiore rossoDSC_0009DSCF3043stami e pistillopietra di lunaspine artiglioascl. pelosa