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Tutti al mare, tutti al mare a…villeggiare!

Pubblicato il 2/Set/2014 in Miscellanea, Salento magico

Cenate villa CristinaIn Salento leggi non scritte, ma ovvie ( per i suoi abitanti) scandiscono i mesi, le stagioni, ed anche le settimane. Altrove, l’ho sentito mille volte, le donne, incontrandosi al mattino, lamentano che non sanno che cosa cucinare per pranzo. Qui, nella conversazione si inserisce una domanda risolutiva: “Che giorno è?”. Se è lunedì gli avanzi della domenica o il minestrone, il martedì riso al sugo, mercoledì legumi con verdure, giovedì pasta con tegame di verdure, venerdì pesce, sabato brodo di carne o verdure, la domenica orecchiette con “purpette” e involtini. Semplice! Questo brogliaccio naturalmente ha varianti paesane, viene adattato ai gusti e, soprattutto, alle stagioni.
Questa forma mentis si estende a tutti gli aspetti della vita. La villeggiatura non sfugge alla regola.
Ogni paese ha la sua marina destinata a questo scopo. Taviano ha Mancaversa, Racale ha Torre Suda, l’aristocratica Nardò ha una serie di splendide marine : Santa Maria al Bagno, S.Caterina, S.Isidoro e così via. Al momento debito, la stragrande maggioranza della popolazione vi ci si trasferisce: è ovvio! Vi ci si trasferiscono anche i negozi, è ovvio! Quando? Ognuno ha le sue regole: i tavianesi, ad esempio, vanno a Mancaversa il giorno di S. Luigi, 21 giugno, solstizio d’estate e tornano regolarmente al paese per la festa della Cappeddha ( fiera di ceramiche e fischietti) l’8 settembre.
Questa migrazione comporta complesse procedure: la chiusura di una casa e l’apertura di un’altra: quella al mare. A marzo iniziano i lavori di muratura; si esaminano le strutture, i ferri gonfiati dal salino, i tufi scrostati dal vento, le infiltrazioni dai lastrici solari, le piante che, subdole, hanno intrufolato le loro radici in ogni dove. Ad aprile, maggio, arrivano gli  imbianchini e un abito candido veste tutte le case. Ai primi di giugno, non più in là, si puliscono i giardini, si sistemano i fiori di stagione. A questo punto squadre di donne svuotano letteralmente le case: tutto, proprio tutto, viene messo fuori e meticolosamente pulito. File di materassi al sole, lenzuola a sventolare sui fili, posate, frigoriferi, sedie, fino alle foto dei nonni che vengono smontate dalle loro cornici, pulite e riassemblate.
Smanie per la villeggiatura? No! Perché mai? In Salento, tutto questo rientra nella normalità! E ci rientra da molto tempo.

A fine Ottocento, inizio Novecento, solo le famiglie molto abbienti ( che poi non erano poche, malgrado le sperequazioni sociali e la miseria diffusa) si trasferivano in queste dimore stagionali portandovi il piacere di vivere all’aria aperta, del dolce far niente, della vita mondana. Sorgono così le marine “aristocratiche” sia della costa adriatica che jonica: Otranto, Santa Cesarea, Castro,  Leuca, S.Caterina. Questa nuova dimensione, mondana e di rinsaldamento delle relazioni sociali in un più disteso contesto naturalistico, è consentita dalla bonifica delle zone paludose e malariche e si sostituisce al precedente “villeggiare” della classe padronale che univa al piacevole soggiorno in campagna la supervisione sulle attività agricole ed ancor più sui raccolti nel periodo di maggior abbondanza dell’anno.
Le Cenate, località a sud-ovest di Nardò, a ridosso di S. Caterina, presenta, in un armonico insieme, il succedersi delle tipologie e delle funzioni di queste residenze rurali. Le più antiche, “Cenate vecchie” precedono e di molto le residenze estive “ludiche” e di rappresentanza di Santa Cesarea e Leuca e delle stesse “Cenate nuove”. In quelle convivono, in alcuni casi già dal ‘400 e nella maggioranza dal primo ‘700 le aristocratiche dimore stagionali al piano nobile del corpo principale con le strutture tipiche della masseria e l’abitazione permanente del colono. Verso la fine del ‘700 la crisi della olivicoltura e l’accresciuto interesse per la viticoltura portano alla trasformazione delle strutture masserizie con ingentilimento del repertorio architettonico ed inserimenti di motivi alla moda che denunciano il nuovo utilizzo da parte degli aristocratici proprietari. Le “Cenate nuove”, già fisicamente più proiettate verso le marine neretine vengono edificate tra la fine del XIX secolo e l’inizio del ‘900 con le più varie modalità dell’ Ecclettismo allora in voga per celebrare la potenza economica, il prestigio sociale e la voglia di godere del bel vivere all’aria aperta della locale aristocrazia terriera ed ecclesiastica e della rampante borghesia.
Infine, nel secondo dopoguerra, in questa terra di contrastanti condizioni sociali, la riforma agraria e la bonifica già iniziata anteguerra, diffonderanno, anche tra le classi medie e piccolo borghesi, l’uso della casa al mare. Negli anni ’70 e ’80 del secolo scorso le case sulla costa ( Mancaversa compresa) si moltiplicheranno e formeranno vere cittadine stagionali che, pur nella loro incolmabile lontananza dalle sfarzose ville del primo novecento manterranno, nella maggioranza dei casi, per l’innato senso del decoro dei salentini, una loro leggiadria nell’attenzione ai particolari, ai piccoli amati giardini, alle decorazioni dei muri.
Si può ancora sottoscrivere, con i dovuti distinguo, l’impressione che ne trasse GUIDO PIOVENE  nel suo celeberrimo (almeno in casa mia) VIAGGIO IN ITALIA  del 1957 “…il Salento è incantevole. Attraversato il Mezzogiorno, oggi così schiumoso e rumoroso di problemi attuali, si passa, per così dire, al di là, in una zona di silenzio; si riprende distanza; si ritrova (ancora per poco) un’esistenza misurata su un diverso metro.”   “…il Salento è un’isola…di rado vi si avverte quello stato di disperazione, che porta alla negligenza di sé e che segna il passaggio ad una  civiltà diversa. Tutto il Salento splende di pulizia, e le sue case si direbbero asciugate dal mare e dal vento.”
Questa sensazione la ebbi anch’io già al mio primo approdo in questa terra nel 1977. Me la portai nel cuore, ed oggi, che ci vivo da sei anni, la confermo.
Visto che sono in vena di citazioni letterarie, suggerirei  a chi fosse interessato allo spirito di questo luogo, un libro recente: INFINITAMENTE MENO di MICHELE  BACCARINI , Lupo editore che, con linguaggio più contemporaneo ( edito nel 2011) ne riprende l’analisi con uno sguardo che ritrova, mutatis mutandis, la stessa indole che Piovene osservò nel 1957 e che io osservo tutti i giorni ( anche sotto la fuorviante, caotica e roboante patina agostana!)

Notarella climatica: Oggi , 31 agosto, mare e cielo si sono incontrati ad una temperatura omogenea intorno ai 30° e la limpidezza del cielo si rispecchia in quella del mare


villa DanieleVilla Fortevilla Torre SudaCenate inizioS.Maria al bagno vicolopagoda EpiscopioLeuca bagnarolaCenate '900Leuca pagoda EpiscopioVilla TavernaTorre Suda Villa morescaCenate '800S.Maria al bagno arco arabo marecasina '700Torre Suda villa Q.C.Cenate Villa Fonte colonne doricheS.Maria al Bagno FilieriVilla Sticchi atrioVilla arabescata leucavilla fasce bicoloriVilla Meridianapinnacolo villa SaettaCenate libertyS.Maria al bagno mareS.maria al bagno piazzaPorto Selvaggio contrasti